La storia

Si può stimare che gli Spazzafumo nel mondo siano oggi non molti di più di un centinaio.
DistribuzioneOltre la metà è concentrata in due nuclei principali, rispettivamente San Benedetto del Tronto e Viareggio, a testimonianza della tradizione marinara della famiglia. Come si può vedere nella mappa a fianco, tratta dal sito gens-labo, altri nuclei familiari si sono spostati in altre regioni d'Italia. Altri ancora sono emigrati in altri paesi e, talvolta, hanno leggermente modificato il cognome: così si trovano gli Spazafumo negli Stati Uniti d'America e gli Spezzafumo, prima in Tunisia ed oggi in Francia.

 


Le origini

 

Le prime notizie risalgono alla seconda metà del XVII secolo e pare che le origini della famiglia siano da ricercarsi sì sulle coste del Mar Adriatico, ma quelle dalmate. Tuttavia l'impresa di risalire ancora più indietro appare impossibile.
Nel 1687, infatti, a San Benedetto del Tronto, tale dominus Capitaneus Georgio de Ragusa viene indicato come padrino di battesimo di una certa Elisabetta Cavallini ed all'epoca in paese c'è solamente un Giorgio, sposato con Annunziata(1) e padre di Anna Maria, Domenico e Mariangela(2). Dunque questo Giorgio, il cui padre si chiamava Domenico(3), nome ancora oggi assai diffuso tra gli Spazzafumo, dovrebbe essere giunto dalla costa dalmata meridionale ed in particolare dalla città di Ragusa (oggi Dubrovnik) che si trova quasi sullo stesso parallelo di San Benedetto ad una distanza di circa 300 km via mare. Il 6 Aprile 1667 Ragusa fu colpita da un violento terremoto che rase al suolo gran parte della città facendo alcune migliaia di vittime. Questo potrebbe essere il motivo del trasferimento di Giorgio e/o del padre Domenico da Ragusa a San Benedetto. Mentre Giorgio risulta essere uno Spazzafumo, il padre Domenico non sembra aver ancora acquisito il cognome Spazzafumo e, pertanto, sembra impossibile risalire più indietro nel tempo così come risulta impossibile comprendere l'origine del cognome.
Il figlio di Giorgio, Domenico, definitivamente stabilitosi a San Benedetto, sposa Anna Vittoria Piergallini ed ha tre figli Giorgio, Annunziata e Tommaso(4). Con Giorgio e Tommaso inizia ad ampliarsi la discendenza: la nuova generazione conta 17 Spazzafumo, di cui 8 maschi. Tuttavia sono tempi duri. La mortalità infantile è ancora un problema consistente e, per una dinastia di marinai, sono in agguato non solo i naufragi, ma anche .......


(1) Questa notizia è segnalata su Cimbas n°20 (Marzo 2001) a pag. 44, ma qui si dice che Annunziata è vedova del fu Domenico (probabilmente si tratta di un errore di trascrizione).
(2) Questo collegamento è riportato su Cimbas n°20 (Marzo 2001) a pag. 48. Inoltre, a pag. 46, è riportato che, sempre nel 1687, Giorgio risulta aver ricevuto la cresima. Avendo ricevuto la cresima è plausibile che abbia potuto fungere da padrino di battesimo, mentre quello che desta qualche perplessità è che la moglie Annunziata sarebbe nata soltanto due anni dopo, nel 1689.
(3) Questa notizia è riportata su Cimbas n°20 (Marzo 2001) a pag. 48 in riferimento al battesimo di Anna Maria. Tuttavia tale battesimo è segnalato in data 19/01/1688 (e con una inversione tra Domenico e Giorgio a meno che non sia corretto quanto riportato come errore alla nota 1), mentre a pag. 44 ed a pag. 46 Anna Maria risulta nata nel 1712, sebbene in due date differenti.
(4)Anche un quarto figlio, Arcangelo, è segnalato su Cimbas n°20 (Marzo 2001) a pag. 44, ma secondo G. Merlini non esiste uno Spazzafumo Arcangelo.


I pirati

 

Il 4/6/1803 Giorgio, il figlio maggiore di Domenico, viene catturato dai Turchi insieme al figlio Giovanni ed al nipote Luigi, figlio primogenito di Tommaso(5). Vengono deportati a Tunisi e rientrano a San Benedetto solo 13 anni più tardi. Giovanni, tuttavia, non fa rientro.
In Tunisia non risulta però, oggi, nessuno Spazzafumo. Le ultime tracce documentate della presenza della famiglia sono quelle relative alle sepolture dello stesso Giovanni (nel 1850), di Spazzafumo Rosa (nel 1854) e di Spazzafumo Carlo (nel 1875), tutti presso la parrocchia di S.te Croix a Tunisi(6). Carlo è quasi certamente figlio di Giovanni, mentre Rosa potrebbe esserne la moglie (qualora all'epoca le donne in Tunisia acquisissero il cognome del marito) oppure la figlia.
Mentre dal 1875 scompaiono le tracce documentate degli Spazzafumo a Tunisi, a partire dal 1850 vi si trovano tracce degli Spezzafumo(7), un cognome piuttosto conosciuto in quanto appartenente ad una famiglia dell'élite italo-tunisina prevalentemente dedita alla medicina: alla corte del Bey era frequente l'abitudine di farsi curare da medici italiani. E nel 1923 un Dott. Spezzafumo era presidente de La Société des sciences médicales, un'associazione culturale che si poneva come obiettivo "Il desiderio di creare o di stringere un legame amichevole fra uomini dalle più diverse origini e formazioni"(8).
Benché l'origine della famiglia Spezzafumo in Tunisia sia stata collegata alla presenza di esuli politici aventi tale cognome(8), si deve osservare come non esista nessuno Spezzafumo in Italia. E poiché non ci sono altri Spazzafumo in Tunisia, è assai probabile che Valentino fosse figlio o nipote di Giovanni ed il cambiamento nel cognome dovrebbe essere un errore di trascrizione peraltro possibilissimo dato che in arabo le vocali sono fluttuanti ed è facilissimo pronunciare "e" la lettera "a" (e viceversa).
A questo proposito è interessante uno scritto del 1924 di Georges Duhamel intitolato "Le Prince Jaffar". Alle pagine 50-51 è raccontata la storia di un tale Passalacqua che viene portato a Tunisi dopo essere sequestrato dai pirati. Secondo il critico letterario Yves Chàtelain, contemporaneo ed amico di Duhamel, Passalacqua è un nome di fantasia, mentre il personaggio, realmente esistito, si chiamava Spezzafumo.
Certamente l'attività del signor Passalacqua, commerciante, non è quella di Giovanni Spazzafumo, marinaio, e la scena della cattura è chiaramente differente. Ma queste differenze potrebbero essere legate al fatto che l'autore sta raccontando fatti non direttamente vissuti da lui, ma risalenti a 120 anni prima. Se il signor Passalacqua fosse Giovanni Spazzafumo, questo racconto spiegherebbe il motivo per cui Giovanni, a differenza del padre Giorgio e del cugino Luigi, non fa rientro a San Benedetto del Tronto e, forse, spiegherebbe anche il motivo della liberazione degli altri due come concessione fatta a Giovanni stesso.
In letteratura si trova un altro personaggio che sembra tratto dalla realtà e che, questa volta, si chiama proprio Spezzafumo. Ne hanno trattato sia Giancarlo Fusco ("Il tenente Spezzafumo" nella raccolta "Il gusto di vivere" curata da N. Aspesi), sia Indro Montanelli (racconto pubblicato postumo sul Corriere della Sera del 21 luglio 2007, a pag. 33). La prima parte di quest'ultimo racconto si rifà alla presunta identità con il "compagno dagli occhi senza ciglia" di Gabriele D'Annunzio al convitto Cicognini di Prato, ma tale identificazione è inverosimile. Oltretutto sarebbe stato coetaneo del D'Annunzio e, quindi, all'epoca della Legione dei pionieri di cui si parla nel racconto sarebbe stato già sessantenne.
I rapporti con il Nordafrica, e specialmente con Tunisi, sono invece assai più probabili dato che era là che si trovavano gli Spezzafumo. Stupisce la presunta scarsa conoscenza dell'arabo dato che apparteneva, probabilmente, alla terza generazione nata in Tunisia.
Anche degli altri figli di Giorgio si hanno poche notizie e la sua discendenza non è, ad oggi, ben identificata.
Nel 1817, soltanto un anno dopo il rientro a San Benedetto di Giorgio e Luigi, si diffonde dalla lontana India una nuova minaccia che si abbatterà più volte sull'Italia nei decenni a seguire ....


(5) Su Cimbas n°20 (Marzo 2001) a pag. 44 anche Tommaso viene incluso tra i rapiti, ma a pag. 46 non se ne fa più cenno.
(6) Queste informazioni sono tratte dal sito http://filfola.fr.
(7) Su Cimbas n20 (Marzo 2001), alle pagine 44 e 45, è scritto che, in base a due fogli tra le carte non ordinate dell'Archivio Comunale di San Benedetto, agli inizi del XX secolo Spazzafumo Francesco fu Luigi e Spazzafumo Antonia in Cossiniano richiedono informazioni circa la morte dell'ultimo Spazzafumo a Tunisi e viene risposto dal Consolato Generale di Tunisi che il Dott. Valentino Spezzafumo, medico di S.A. il Beij è morto alla Marsa nel 1894 lasciando eredi la moglie ed i figli. Francesco ed Antonia devono evidentemente essere parenti di Giovanni per richiederne informazioni a proposito dell'eredità. Ma nei rami noti non risulta nessun Francesco fu Luigi e nessuna Antonia in Cossiniano (o, più probabilmente, in Cosignani).
(8) Questa notizia è riportata su http://www.italianiditunisia.com/ alla pagina Istituzioni ---> Ospedale 


Il colera

L'infezione giunge nel 1820 sulle coste orientali dell'Africa e l'anno successivo in Medio Oriente. Dieci anni dopo entra in Europa: Mosca e San Pietroburgo e poi in Lettonia, Polonia, Ungheria, Germania e Francia. Nel 1832 varca la Manica e poi l'Atlantico colpendo gli Stati Uniti, il Canada, il Messico ed il Perù.
Lo Stato Pontificio prese notevoli misure di sicurezza per evitare sbarchi clandestini sulle coste. Anche i controlli ed i divieti sulle persone e sulle merci in ingresso si fecero sempre più stringenti.
Nel 1835 il morbo colpì il Regno di Sardegna e si affacciò sull'Adriatico, a Venezia. Un anno dopo, nonostante le precauzioni, entrava nello Stato Pontificio, ad Ancona, per colpire anche Roma, nel 1837.
San Benedetto si salva da questa prima ondata epidemica, ma viene duramente colpita dalla seconda, quella del 1854-56, la più vasta e mortale che colpì circa un terzo dell'Italia. Tra il novembre del 1854 ed il gennaio del 1855 muoiono 23 persone su 91 infettate. Il pericolo sembra passato, quando a giugno il morbo viene nuovamente importato e con conseguenze assai più gravi. Tra giugno e settembre muoiono 395 persone su 739 infettate. All'epoca San Benedetto contava circa 6.000 abitanti: oltre il 10% della popolazione fu colpita dal colera.
Nel luglio 1855, quando l'epidemia in paese raggiunse il culmine della diffusione, la famiglia Spazzafumo registrò sei perdite nell'arco di una decina di giorni: dal lato di Giorgio muore una nuora (Caterina Collini, moglie di Pasquale), mentre dal lato di Tommaso muoiono un figlio (Domenico), una nuora (Geltrude Spina, moglie di Pasquale) ed un pronipote (Nicola, nipote di Domenico). Inoltre muoiono Maria Laudicia, figlia di Francesco, e Nicola Lagalla, marito di Maria Teresa, anch'essa figlia di Francesco: questo Francesco non è ancora collocato nell'albero genealogico e potrebbe essere sia figlio di Giorgio che di Tommaso.
L'epidemia del 1865-67 non arrivò a San Benedetto, ma quella del 1886-87 tornò a colpire. All'inizio del 1886 il morbo si diffuse nel Nord Africa e poi in Spagna, nel sud della Francia e nel Regno d'Italia. Anche questa volta giunse via mare, verso la fine dell'agosto 1886, e poi si diffuse in tutta la provincia. San Benedetto era abitata da circa 8.000 persone e nell'arco di un mese morirono 184 persone su 760 infettate: l'esperienza accumulata durante la precedente epidemia ed il miglioramento generale del livello di vita avevano contribuito a ridurre sensibilmente l'incidenza della mortalità.
Nella famiglia Spazzafumo si registrò, in questa occasione, una sola perdita, la piccola Gemma, non ancora collocata nell'albero genealogico.
Emidio, nato nel 1886, per sfuggire all’epidemia di colera viene affidato a dei signorotti del posto che avevano una casa in campagna. Questi lo fecero studiare, tanto che fece fino alla quinta, cosa assai rara in quel periodo. Passata la paura dell'epidemia il piccolo Emidio ritornò dai genitori i quali per riconoscenza al signorotto lo cominciarono a chiamare Giuseppe, come il signorotto che aveva dato ospitalità al piccolo. Discendente da una famiglia di grandi naviganti (il padre Luigi veniva chiamato lu Pappuà perché i suoi viaggi lo spingevano fino in Papuasia), anche Emidio Giuseppe era un marinaio, nocchiere di bordo nei velieri che salpavano dal porto di Genova. Nei suoi viaggi, che duravano fino a 2 anni, si spingeva fino in Australia, terra che amava molto perché, a detta sua, era tanto ricca e ci si sarebbe trasferito se la moglie, Maria Sciarra, fosse stata d’accordo. Durante la prima guerra mondiale perse un fratello, Nazzareno, e rimase mutilato ad una mano per cui smise di navigare ed aprì una tabaccheria.
Altre perdite, nel corso del XIX secolo, si registrarono a causa de ....


I naufragi

Per una dinastia di naviganti è normale annoverare naufragi tra gli incerti del mestiere e, se alcuni di questi si risolvono comunque con un lieto fine, alcuni altri comportano invece la morte.
Il primo Spazzafumo morto in mare è Pasquale, il figlio di Tommaso, nel 1836. Nella documentazione trovata non è, tuttavia, scritto se si tratta di naufragio. E nel 1874, Nicola, nipote di Tommaso, muore annegato.
Circa vent'anni più tardi, nel 1893, muoiono in un altro naufragio i fratelli Roberto ed Antonio, i figli più giovani di Giuseppe Antonio, nipote di Tommaso. Le tracce di questi eventi restano a volte nei nomi dei figli: Antonia Flora Patrizi, moglie di Antonio, è incinta quando il marito muore e decide di chiamare Antonio il bambino che nasce alcuni mesi dopo. Oppure restano nella storia delle persone: Giuseppe Domenico, detto Lu Cianese, figlio di Antonio, ha quattro anni quando il padre muore e a cinque anni invece di andare a scuola inizia a lavorare aiutando i pescatori per sostenere la famiglia; dotato di una spiccata intelligenza da vecchio si lamenterà spesso di non aver potuto studiare: "sapessi m'co di penna".
Nel XX secolo il progresso tecnologico rende la navigazione più sicura e con un po' di fortuna non si registrano altri naufragi letali. O almeno così sembra, perché a partire dalla metà  del secolo XIX, come avviene per molte famiglie e per vari motivi, iniziano ....


Le migrazioni

Alcuni Spazzafumo lasciano San Benedetto e diviene più difficile seguirne le tracce.
All'emigrazione, almeno inizialmente forzata, di Giovanni ne seguirono altre volontarie, ancorché spesso legate a situazioni di difficoltà. Talvolta si trattò di spostamenti assai modesti legati a motivi familiari, altre volte più consistenti alla ricerca, ad esempio, di mari più pescosi, altre ancora di viaggi di sola andata verso paesi lontani all'interno di flussi migratori che interessarono l'Italia intera.
Il primo trasferimento di cui si trova traccia è quello di Domenico, falegname, che emigra a Genova(9) con la famiglia composta dalla moglie (Lucia Guidotti) e dai figli Federico e Maria, rispettivamente falegname e tessitrice. Domenico è nato nel 1810 ed è figlio di quel Francesco che deve essere figlio o di Giorgio o di Tommaso. Considerato che Maria nacque nel 1852 e morì a 18 anni, il trasferimento a Genova può essere collocato intorno al 1860.
Trascorrono almeno altri dieci anni prima che Giovanni, figlio di Giuseppe Antonio e pronipote di Tommaso, abbandoni San Benedetto. La destinazione è ignota, ma probabilmente si tratta dell'Argentina(10).  E verso l'Argentina parte nel 1875 anche un tale Francesco(11) che potrebbe poi essersi trasferito in Brasile.
Sempre nel corso del XIX secolo un altro Spazzafumo non meglio identificato deve aver lasciato San Benedetto per trasferirsi in Istria. Infatti dai registri degli sbarchi all'Isola di Ellis risulta che in data 17/07/1907 Antonina, nata nel 1863(12) o nel 1865 a Laurana (oggi Lovran) e residente a Volosco(13), sposata con Massimiliano Spazzafumo (nato nel 1860), partita da Trieste a bordo della nave "Laura", è sbarcata diretta a Kensington, un quartiere di Filadelfia; con lei ci sono i figli (Maria, nata a Laurana nel 1889, Giovanni, nato nel 1895(14) o 1896 e Federico, nato nel 1899).
Massimiliano, che era un marinaio mercantile, era emigrato in precedenza, ma senza entrare negli USA dall'Isola di Ellis e negli USA aveva americanizzato il nome in Max. Era probabilmente nato in Istria o in qualche altro luogo dell'Impero Austro-ungarico: Massimiliano era infatti il nome dell'imperatore.
Giovanni e la moglie Iola non hanno avuto figli ed hanno adottato una figlia, Jean. Così la discendenza è rimasta nelle mani del fratello Federico e per questo motivo, oggi negli Stati Uniti ci sono gli Spazafumo: Frances Dworznicki, moglie di Federico, ha fatto togliere una "z" per rendere il cognome più pronunciabile(15)!
Il figlio di Federico, Lawrence Frederick, detto Larry, è stato nei Marines dal 1964 al 1974 ed ha combattuto in Vietnam nel 1965-66 e nel 1969-70, restando infortunato alla spina dorsale. Ha sposato Etta Bernadette Payne ed ha avuto due figli, Yetta e Lawrence Michael Jr.
Massimiliano e i suoi famigliari non sono gli unici Spazzafumo ad attraversare l'Atlantico. Infatti, proprio agli inizi del XX secolo, si registra un periodo di migrazioni più consistenti, sia verso il Mar Tirreno ed il Mar Ligure, sia oltreoceano: il motivo è lo stato di prebelligeranza e di belligeranza con l'Austria ed il conseguente blocco navale nel Mar Adriatico(16).
Negli Stati Uniti la meta preferita dei Sambenedettesi è Chicago Heights e là si reca Elena Spazzafumo per raggiungere il marito Francesco Ciarrocchi(17), probabilmente entrato negli Stati Uniti in precedenza, ma non attraverso l'Isola di Ellis. Elena parte da Napoli con la "Nord America" e sbarca sull'Isola di Ellis il 1/10/1902. Dopo circa un anno e mezzo, il 16/03/1904, l'Isola di Ellis registra lo sbarco di Antonina Spazzafumo, partita da Genova con la "Hoenzollern". Anche Antonina viene da San Benedetto ed è diretta a Chicago Heights dove si trova già il cognato Filippo Napoli. E l'anno dopo, il 4/05/1905, arriva anche Giuseppe Spazzafumo(18), partito da Napoli con la "Prinz Oskar". E' probabile che altri Spazzafumo siano emigrati verso gli Stati Uniti senza transitare attraverso l'Isola di Ellis, in ogni caso nessuno di loro sembra aver lasciato una discendenza giunta fino ad oggi.
Decidono invece di restare in Italia, ma cambiando costa due pronipoti di quel Luigi catturato dai Turchi circa un secolo prima e poi rilasciato. Barbara emigra nel 1904 a Portovenere, in provincia di La Spezia, una delle mete preferite dai Sambenedettesi. Undici anni più tardi il fratello Domenico, detto Chiuti, decide di raggiungerla e parte con altri concittadini. Le due paranze con cui affrontano il viaggio si rovesciano di fronte a Pescara a causa di una tempesta ed il trasferimento si interrompe per le riparazioni. Ripreso il mare giungono finalmente a Portovenere e vi rimangono fino al termine della Prima Guerra Mondiale. Alle Grazie di Portovenere nascono Luigi, Antonio, Francesco ed Eugenio. Successivamente si trasferiscono a Viareggio, altra meta preferita dai Sambenedettesi sulla costa del Mar Ligure, e, tuttavia, ritornano periodicamente a San Benedetto(19).
Oggi gli Spazzafumo a Viareggio sono molto numerosi e non tutti discendono da questo Domenico, infatti i figli di un altro Domenico, hanno dato il loro contributo alla Versilia nel primo dopoguerra. Si tratta di Antonio, emigrato nel 1924, e del fratello maggiore Gioacchino, emigrato sette anni dopo(20). Anche due sorelle di Gioacchino ed Antonio lasciano San Benedetto: Filomena emigra a Savona nel 1918, mentre Rosa emigra a Pescara nel 1929.
Si arriva così al secondo dopoguerra che vede ancora qualche spostamento. Nel 1946 Lidia Spazzafumo si sposa con un soldato polacco, ma l'unione non è ben vista dalla famiglia e questo spinge Lidia ad emigrare in Argentina accompagnata da una sorella, Bettina.
Francesco Spazzafumo emigra, invece, in Venezuela, ma poi rientra in Italia e si stabilisce a Sant'Egidio alla Vibrata, in provincia di Teramo. Ha tre figli: Luigi, Iole e Stefano. Il figlio Luigi emigra in Svizzera a Saint Blaise dove sposa Janine Kauffman dalla quale ha quattro figlie: Alexandra, Romina, Lorena, Tiffany. Stefano, invece, resta in Abruzzo, ma i figli Esmeralda e David si spostano in Francia.
Antonio, figlio di Giuseppe Domenico tra mille difficoltà e per l'insistenza della madre, Emidia Latini, detta Sanguenose, riesce a staccarsi dal destino marinaresco e, dopo aver frequentato l'istituto magistrale a Zara, sostiene la maturità scientifica e si iscrive alla facoltà di ingegneria. La guerra interrompe sul nascere questo percorso ed alla fine della guerra la situazione economica è assai critica. Per continuare gli studi si trasferisce a Pisa dove può contare sull'appoggio delle suore di S. Giuseppe. Durante gli studi conosce Clementina Dazzi, iscritta alla facoltà di matematica e fisica, e dopo la laurea si sposa e si trasferisce ad Avenza, non lontano da Viareggio.


(9) Ancora oggi sono presenti degli Spazzafumo a Genova, ma non so se siano discendenti di Domenico o se provengano da un altro ramo.
(10) Nel fondo del Tribunale di Ascoli Piceno, agli Atti di volontaria giurisdizione, c'è un'istanza avanzata nel 1892 da Spazzafumo Antonio di San Benedetto per andare a Buenos Aires dove è deceduto il fratello Giovanni, onde tutelare gli interessi della figlia minore di questo. La richiesta non viene accolta perché sembra che la spesa risulta essere superiore all'impresa. Non si hanno altre informazioni di Giovanni e della sua famiglia e non sembrano esistere discendenti.
(12) Dal sito http://www.altreitalie.it risulta che Spazzafumo Francisco, di 27 anni, si è imbarcato a Genova sull'"Orion" ed è sbarcato in Argentina il 6/11/1885; era un agricoltore ed era sposato.
(12) La data del 1863 è ricavata dagli archivi dell'Isola di Ellis, mentre quella del 1865 da una lapide nel Most Holy Redeemer Cemetery di Filadelfia ed è riportata sul sito http://www.findagrave.com
(13) Sui registri degli sbarchi, in corrispondenza di Antonina e dei figli, è riportato, come riferimento a Volosco, il cugino Antonio Fassini o Fazzini. Il cognome Fazzini, a differenza del cognome Fassini, era, ed è tuttora, presente anche nel Piceno. La madre di Massimiliano potrebbe essere una Fazzini sposatasi con uno Spazzafumo prima di emigrare.
(14) La data del 1895 è ricavata dal sito http://www.findagrave.com
(15) Larry mi ha confidato di non aver mai compreso come la madre, col suo impronunciabile cognome, abbia potuto pretendere che il cognome del marito venisse modificato.
(16) Si veda Cimbas Numero Speciale del Febbraio 1998 alle pag. 13, 41 e 42.
(17) Francesco Ciarrocchi risulta sposato con Domenica Maddalena Spazzafumo: probabilmente questo è il nome di battesimo, mentre Elena è quello registrato all'anagrafe.
(18) E' registrato erroneamente come Guiseppe Spazzofuno ed ha come riferimento negli USA lo zio Cecco Ciarrocco.
(19) Su Cimbas Numero Speciale del Febbraio 1998, pag. 26, è riportato che nel 1947 Domenico, con la moglie ed i primi tre figli si recano a San Benedetto per votare. Soltanto nel 1948 fanno presente la loro condizione di domiciliati a Viareggio.
(20) Questa notizia è segnalata su Cimbas Numero Speciale del Febbraio 1998, pag. 64.